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Recital di Alessandro Marangoni: Rossini & Chopin: un dialogo romantico

La stagione dei Concerti del Cantelli 2018/2019
Si comunica che, per ragioni indipendenti dal Conservatorio ‘G. Cantelli’, a seguito di gravi motivi personali di famiglia di uno dei componenti del Gaudeamus Ensemble, il previsto concerto della formazione stessa viene sostituito da un recital solistico del pianista Alessandro Marangoni.
Solista di vaglia e docente del ‘Cantelli’, Marangoni offrirà un programma davvero stimolante ed insolito che accosta Rossini a Chopin. A lui la gratitudine degli organizzatori per aver accettato di prodursi, in sostituzione dei colleghi impossibilitati, pur invitato così a ridosso della data fissata: sicché il fedele pubblico dei Concerti del sabato non dovrà rinunciare all’appuntamento e – ne abbiamo la certezza – non resterà deluso, nonostante la diversità di organico e programma rispetto a quanto in origine previsto.

 

Sabato 16 febbraio 2019 – ore 17
Auditorium Fratelli Olivieri
Tredicesimo concerto
Rossini & Chopin: un dialogo romantico
Alessandro Marangoni, pianoforte

Gioachino Rossini                 Prelude inoffensive
Fryderyk Chopin                   Ballata n. 1 in sol minore op. 23
Gioachino Rossini                 Petite polka Chinoise
Fryderyk Chopin                   Notturno opera postuma
Gioachino Rossini                 Barcarola in fa diesis maggiore op. 60
Fryderyk Chopin                   Scherzo n. 2 in si bemolle minore op. 31
Gioachino Rossini                 Une caresse à ma femme
Fryderyk Chopin                   Andante spianato e Grande Polacca brillante op. 22

 

 

Rossini e Chopin: un dialogo romantico
di Alessandro Marangoni

Ma cosa c’entra Rossini con Chopin? Sembrerebbero due autori agli antipodi, invece, ad un certo punto, si abbracciano e il programma di questo concerto lo vuole dimostrare, accostando questi giganti della musica, così diversi per origini, contesti biografici e culturali. Rossini era tra i compositori più celebri del mondo quando nel 1829 si ritirò dalle scene teatrali, dopo il Guglielmo Tell: iniziò così quello che fu definito il “silenzio rossiniano”, che fu in realtà un silenzio assordante. Nella sua bella villa di Passy, appena fuori Parigi, stanco del teatro, della vita frenetica e forse anche di quel linguaggio musicale un po’ legato al passato, Rossini si reinventa, cambia vita: i sabato pomeriggio invita a casa gli amici, i grandi intellettuali dell’epoca, musicisti, cantanti, l’amato cuoco Caréme per fare musica insieme! La sua musica è scritta su fogli sparsi, senza alcuna intenzione di pubblicazione o di guadagno: nascono così le geniali perle musicali dei Péchés de vieillesse.
Un altro Rossini, a volte quasi irriconoscibile, che scrive soprattuto per pianoforte seguendo le nuove estetiche europee (in cui vi è l’influenza di Chopin e di Liszt) ma superandole e anticipando il Novecento. Spesso i titoli di questi Peccati sono bizzarri: Prelude hygyenique du matin, Petite Polka Chinoise, Les noisettes, per non parlare del Petit Caprice style Offenbach in cui richiede al pianista di suonare facendo le corna o l’esilarante storia raccontata in Un petit train du plaisir.
Un Rossini inedito, quasi sconosciuto, di cui c’è ancora molto da scoprire: nei Peccati di vecchiaia esce l’intimità più genuina e feconda di un grande uomo, di una personalità complessa e profondamente umana, che sa di essere alla fine della vita e inciampa in lunghi periodi di depressione, ma con una visione dell’esistenza e dell’arte che è propria dei profeti.
Il dialogo romantico tra Gioachino e Fryderick inizia con il Prelude inoffensive, brano che alterna il grande lirismo tematico al virtuosismo strumentale, che bene si abbina alla celebre prima Ballata in cui troviamo l’anima dolente e al tempo stesso eroica del grande polacco. In Rossini gli ossimori e i non-sense sono all’ordine del giorno: non si sa bene come una polka, che è una danza tipicamente europea, possa essere anche cinese; forse per una reminiscenza della scala pentatonica nella parte centrale. Il bellissimo Notturno in do diesis minore op. postuma, nella sua semplicità estrema riecheggia la parte iniziale di Una caresse à ma femme, in cui la carezza delicata tra i due amanti è bruscamente interrotta da un aspro litigio nella parte centrale, per lasciare poi spazio al ritorno della carezza iniziale. Incursioni e intersezioni tra Rossini e Chopin rimbalzano di continuo tra la Barcarola rossiniana, lo Scherzo chopiniano per chiudere in maniera trionfale e sinfonica con la Grande Polacca brillante preceduta dall’Andante Spianato. Un dialogo che continua, come se i due nostri autori fossero, almeno per la durata di questo concerto, dolci e complici fratelli.