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SEMINARIO LUCA CIAMMARUGHI

Lunedì 2 ottobre dalle ore 15.00 alle 17.00, Auditorium f.lli Olivieri

 

Luca Ciammarughi è concertista, conduttore radiofonico e scrittore. Dal 2007 è in onda quotidianamente su Radio Classica. Ha scritto molti libri sulla storia dell’interpretazione pianistica e il rapporto fra musica e società, fra i quali Le ultime Sonate di Schubert (Lim), Da Benedetti Michelangeli alla Argerich, Soviet Piano (Zecchini) e Non tocchiamo questo tasto. Musica classica e mondo queer (Curci). Ha studiato pianoforte presso il Conservatorio G. Verdi di Milano, diplomandosi con lode nella classe di Paolo Bordoni e ottenendo poi, con menzione d’onore, il diploma accademico in musica vocale da camera. Nel 2021/22 è stato docente di pianoforte all’Istituto Superiore di Studi Musicali “Rinaldo Franci” di Siena e, dal 2023, di musica vocale da camera al Conservatorio di Novara. Come pianista concertista ha suonato per istituzioni di rilievo come il Festival dei Due Mondi di Spoleto, Mito Settembre Musica, La Verdi, Mantova Chamber Music Festival, Società dei Concerti e Serate Musicali di Milano, Spoleto Festival USA di Charleston, La Toscanini, Macedonian Philarmonic Orchestra, Orchestra Sinfonica di Concepción (Chile), LaFil Filarmonica di Milano, Autunno Musicale a Como, Taormina Arte, Festival Guadalquivir in Spagna, Orchestra Leonore e molte altre. Con il soprano Sakiko Abe ha vinto il premio come miglior duo al Concorso di Musica Vicale da Camera di Conegliano. Con l’ensemble SIXE (Suono Italiano per l’Europa) ha ottenuto il Premio “Cosima Liszt” dell’Autunno Musicale a Como, in occasione delle celebrazioni del centenario dalla nascita di Dallapiccola e Petrassi (2004). Ha scritto programmi di sala e tenuto conferenze per alcune delle più rilevanti istituzioni concertistiche italiane, fra cui il Teatro alla Scala e l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Ha tenuto conferenze-concerto per molte delle principali istituzioni musicali italiane, fra cui un ciclo pluriennale di presentazioni di opere liriche nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia e un incontro al pianoforte sulle Sonate di Beethoven all’Accademia di Santa Cecilia. Ha collaborato come pianista e consulente musicale alla realizzazione del cartone animato “Max & Maestro” (Premio Abbiati 2019). Ha inciso numerosi cd (fra cui diverse monografie schubertiane), spesso accolti con 5 stelle sulle principali riviste italiane ed europee. Nel 2022 è uscito per Sony l’album “Rameau nello specchio di Saint-Saëns”. Ha scritto libretti di cd per numerose etichette discografiche, fra cui Deutsche Grammophon, Decca, Sony, Warner. Per il Teatro alla Scala, della cui Rivista è collaboratore, ha curato nel 2020 il ciclo di podcast “Prima la musica”; per il Museo Teatrale alla Scala, dal 2021, il ciclo d’incontri “Dischi e tasti”, sullo Steinway storico appartenuto a Franz Liszt. Dal 2020 è co-direttore artistico del Festival “Pianosofia” a Milano. Dal 2021 direttore artistico di PianoLab a Martina Franca. Nel 2023 tiene al Conservatorio di Trieste un corso di storia dell’interpretazione per il master di secondo livello in pianoforte. In uscita la sua traduzione e prefazione degli “Schizzi per un Metodo di pianoforte” di Chopin. Le sue incisioni schubertiane per ClassicaViva hanno ottenuto recensioni entusiaste. Giovanni Gavazzeni ha paragonato la sua figura di critico-musicista a quella di Giulio Confalonieri. Paolo Isotta, nel libro Altri canti di Marte, ha scritto: «Le interpretazioni di Ciammarughi sono di altissimo livello e mettono capo a una ricerca timbrica quale può essere concepita solo da un artista nato nel Novecento». Luigi Fait ha dedicato un articolo al suo blog di ClassicaViva, definendo Ciammarughi “pianista e critico geniale”. Quirino Principe ha scritto di lui, sul domenicale del Sole24Ore: «Si può essere trentaseienni, e possedere un lungo passato d’affinamento nel valutare». Gian Paolo Minardi ha affermato che «l’impegno dell’interprete s’intreccia fruttuosamente con quello del critico, dello studioso, del comunicatore, nel segno di una sottile irrequietezza che traspare dalla stessa scrittura, una prensilità che si irradia in tanti riverberi, iperboli, incursioni fulminee in altri terreni poetici».