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Luca Ciammarughi

 Insegnamento Musica vocale da camera
 Mail luca.ciammarughi@consno.it
Luca Ciammarughi è concertista, conduttore radiofonico, storico del pianoforte e scrittore.
Ha appena pubblicato il cd “Rameau nello specchio di Saint-Saëns” per Sony Music (nomination agli ICMA 2023, International Classical Music Awards) e, per Curci, il libro “Non tocchiamo questo tasto”, già in ristampa.
Dal 2007 è conduttore su Radio Classica: la sua trasmissione “Il pianista” è divenuta un punto di riferimento nel panorama divulgativo italiano. Nel mondo radiofonico, collabota anche con la Radio Svizzera Italiana, Radio MCA e Venice Classic Radio, ed è spesso ospite di Radio Tre RAI.
Ha pubblicato per Zecchini il libro “Da Benedetti Michelangeli alla Argerich”  e il volume “Soviet Piano”. Per LIM di Lucca ha scritto la monografia “Le ultime sonate di Schubert”. Per Ponte alle Grazie, il libro “Gli indispensabili. 30 capolavori per pianoforte da ascoltare almeno una volta nella vita”. Con il quotidiano La Repubblica è uscito in suo volume monografico Schubert, prossimamente in ristampa per Curci. In ambito liederistico ha scritto saggi per ETS di Lucca sui Goethe Lieder di Schumann, sulle mélodies di Poulenc e sulle Chansons de Bilitis di Debussy, incise con il soprano Angela Nisi. Ha studiato pianoforte presso il Conservatorio G. Verdi di Milano, diplomandosi con lode nella classe di Paolo Bordoni e ottenendo poi, con menzione d’onore, il diploma accademico in musica vocale da camera nella classe di Stelia Doz. Ha approfondito lo studio della liederistica con Dalton Baldwin e ha vinto, in duo con il soprano Sakiko Abe, il premio come miglior duo al Concorso di Musica Vocale da Camera di Conegliano, con il plauso della presidente di giuria Regina Resnik. Appassionato camerista, ha suonato con cantanti e strumentisti quali Carmela Remigio, Manuela Custer, Mirko Guadagnini, Blagoj Nacoski, Monika Lukacs, Liudmila Zhiltsova, Simonide Braconi, Tommaso Lonquich, Jacopo Taddei, Francesco Senese, Francesco Libetta, Victoria Terekiev, Stefano Ligoratti e molti altri.
Ha suonato per prestigiose istituzioni, quali il Festival dei Due Mondi di Spoleto, La Toscanini di Parma, Mito Settembre Musica, Società dei Concerti di Milano, LaFil Filarmonica di Milano, Serate Musicali (Milano), Autunno Musicale a Como, La Verdi, Mantova Chamber Music Festival, Spoleto Festival USA di Charleston, Salle Cortot di Parigi, Festival Guadalquivir in Spagna, Orchestra Sinfonica di Concepción (Cile) e molte altre. Nell’autunno 2022 ha debuttato in Macedonia, a Skopje, con il Concerto K 456 di Mozart, che recentemente ha suonato anche al Teatro Stabile di Potenza. Ha tenuto conferenze-concerto all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, alla Fenice di Venezia e al Teatro alla Scala. Ha scritto note di sala e libretti di cd per le più prestigiose istituzioni concertistiche, Fondazioni e case discografiche. Dal 2022 cura al Museo Teatrale alla Scala la rassegna “Dischi e tasti”.
Ha inciso numerosi cd, premiati più volte con le 5 stelle delle riviste Musica, Amadeus, Classic Voice, e ha collaborato come pianista e consulente musicale alla realizzazione del cartone animato “Max & Maestro” (Premio Abbiati 2019), con Daniel Barenboim. Sua, per le Edizioni Ricordi, la curatela delle “Greeting Cards” per pianoforte di Mario Castelnuovo Tedesco. È in corso di pubblicazione la sua prefazione e traduzione delle “Esquisses pour une méthode de piano di Chopin”, per l’editore LIM.
Dal 2020 è co-direttore artistico di “Pianosofia”, festival di musica e pensiero presso la Casa degli Artisti di Milano. Dal 2021 direttore artistico di PianoLab a Martina Franca.
Le sue incisioni schubertiane hanno ottenuto recensioni entusiaste («Lirismo, bellezza di suono, intimismo e tragicità, accostati in una narrazione coerente ed emotiva» secondo Riccardo Risaliti. «Il giovane Brendel, nel 1962, era molto più neutro», secondo Luca Segalla). Il pianista Eric Heidsieck ha definito “sublime” la sua interpretazione della Sonata D 894 di Schubert, «immersa in una luce paragonabile a quella dei pittori del XV secolo». Dino Villatico, a proposito della Sonata D 960 ha scritto che «le mani scorrono da un punto all’altro con fluida naturalezza, come se anche i contrasti più violenti raffigurino la mutevolezza ineludibile del percorso narrativo. […] la musica si fa racconto». Giovanni Gavazzeni ha paragonato la sua figura di critico-musicista a quella di Giulio Confalonieri. Paolo Isotta, nel libro Altri canti di Marte, ha scritto: «Le interpretazioni di Ciammarughi sono di altissimo livello e mettono capo a una ricerca timbrica quale può essere concepita solo da un artista nato nel Novecento». Luigi Fait ha dedicato un articolo al suo blog di ClassicaViva, definendo Ciammarughi “pianista e critico geniale”. Quirino Principe ha scritto di lui, sul domenicale del Sole24Ore: «Si può essere trentaseienni, e possedere un lungo passato d’affinamento nel valutare».
Sempre sul Sole24Ore, Carla Moreni ha scritto: “Non è solamente suonato in maniera meravigliosa il Jean-Philippe Rameau di Luca Ciammarughi, ma è soprattutto pensato. […] Stupendi gli agréments, squillanti e luminosi. Che seduttivi i trilli”.
Il critico e musicologo Gian Paolo Minardi ha detto di lui che “l’impegno dell’interprete s’intreccia fruttuosamente con quello del critico, dello studioso, del comunicatore, nel segno di una sottile irrequietezza che traspare dalla stessa scrittura, una prensilità che si irradia in tanti riverberi, iperboli, incursioni fulminee in altri terreni poetici”.
Dal 2021 è docente di pianoforte presso il Conservatorio “Rinaldo Franci” di Siena e, dal 2023, di musica vocale da camera presso il Conservatorio “Guido Cantelli” di Novara. Tiene inoltre un corso di storia dell’interpretazione pianistica al Conservatorio “Giuseppe Tartini” di Trieste.