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FANTASTICHERIE SONORE: DAL ROMANTICISMO AL ‘900

Sabato 22 febbraio 2020 ore 17
Auditorium Fratelli Olivieri – ingresso libero
La stagione dei Concerti del Cantelli 2019/2020
Quattordicesimo concerto
protagonisti:
Gabriele Mercandelli, clarinetto
Andrea Zanforlin, pianoforte
Fantasticherie sonore: dal Romanticismo al ‘900

Quattordicesimo appuntamento con i Concerti della stagione del Cantelli sabato 22 febbraio 2020, alle ore 17, presso l’Auditorium Fratelli Olivieri, come sempre con ingresso libero, appuntamento dedicato al binomio di clarinetto e pianoforte.
Solisti Gabriele Mercandelli, clarinetto e Andrea Zanforlin, pianoforte. In programma di Schumann i fascinosi Phantasiestücke op. 73 seguiti da Abime des oiseaux per clarinetto solo di Messiaen (tratto dal superbo Quatuor pour la fin du temps), quindi – in seconda parte di serata – la divertente Sonata in re maggiore di Nino Rota e gran finale nel segno del gigione Poulenc (Sonata op. 184).
Ancora il suono traslucido, le iridescenze, il velluto e il cangiantismo del clarinetto a far da ideale leit motiv e in prima posizione del romantico Schumann i Phantasiestücke op. 73 (1849), veri e propri fogli d’album. In forma ternaria, nel loro andamento aforistico e rapsodico, si fanno apprezzare per l’incisività dei temi, la scioltezza dell’incedere sempre più animato e la ‘parità’ tra i due strumenti, secondo un percorso dall’elegia intimista del primo al virtuosismo sfavillante del terzo. Poi il novecentesco Messiaen testimoniato da una delle pagine più toccanti del ‘900 storico estrapolata dal Quatuor pour la fin du temps composto in campo di concentramento da un Messiaen prigioniero ed ispiratosi all’Apocalisse di San Giovanni., quasi una sorta di monito alla nostra martoriata e travagliata contemporaneità. Celeberrimo, specie per le sue indimenticabili e scoppiettanti colonne sonore (ne scrisse più di cento), Nino Rota fu musicista di grande valore dotato d’una invidiabile spontaneità inventiva. La frenetica attività a contatto col set non gli impedì di inanellare frattanto lavori teatrali, balletti, oratori, pagine sinfoniche e cameristiche. A testimonianza della sua mano ‘felice’ nel trattare gli strumenti, la simpatica pagina in programma. Appartenente con Auric, Durey, Honegger, Milhaud e la Tailleferre al cosiddetto gruppo Les Six, Poulenc fu musicista raffinato e colto, buon melodista, nonché estremamente versatile quanto a generi affrontati (dall’orchestra al teatro, dalla musica sacra al concerto). All’ambito cameristico si dedicò sempre con particolare assiduità lasciando alcune gemme preziose. È il caso della Sonata per clarinetto dedicata alla memoria dell’amico e ‘collega’ Honegger che si segnala specie per il suggestivo secondo tempo.