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MAGIE TIMBRICHE DELL’ARPA E VERSATILITA’ DEL CLARINETTO

Sabato 14 dicembre 2019 ore 17,00
Auditorium Fratelli Olivieri
Sesto Concerto della stagione dei
Concerti del Cantelli 2019/2020

Ancora un pomeriggio dedicato alla grande musica da camera,
al Cantelli sabato 14 dicembre 2019 alle 17
per il sesto appuntamento di stagione

Francesco Andorno, arpa
musiche di Grandjyani, Godefroid, Tournier, Parish-Alvars e Haendel

Giacomo Arfacchia, clarinetto
Andrea Zanforlin, pianoforte
musiche di Poulenc e C. Maria von Weber

Penultimo appuntamento concertistico, prima della pausa per le festività di fine anno, e si tratat ancora una volta di una serata divisa equamente in due parti: una prima affidata alle mani del giovane Francesco Andorno all’arpa e sarà l’occasione propizia per chi desideri accostarsi all’ascolto di uno strumento tanto affascinante quanto impervio, dalla letteratura non vastissima, ma quantomai interessante e accattivante. seconda parte poi nel segno del novecentesco Poulenc e del romantico von Weber per il binomio di clarinetto e pianoforte, protagonisti Giacomo Arfacchia e Andrea Zanforlin. Il clarinetto da sempre è strumento amato per le sue caratteristiche timbriche e per la sua estrema versatilità. Un programma davvero interessante che non mancherà di ammaliare l’ormai affezionato pubblico dei concerti del sabato. Da non perdere. L’arpa e le sue magie timbriche, le sonorità liquescenti, ma anche le mille preziosità che è in grado di distillare; strumento affascinante e difficilissimo, come ben pongono in luce gli Studi da concerto in programma per i quali occorrono un buon tasso di virtuosismo e provata maestria tecnica. Un percorso per lo più di ambito ottocentesco destinato a concludersi – risalendo all’indietro nel tempo – con una celebre pagina haendeliana capace di mostrare quanto, nel ‘700, arpa a e clavicembalo fossero prossimi l’una all’altro.
Poi ecco il clarinetto e la sua indicibile bellezza coloristica (intrigante nel grave, cantabile nel registro medio e, talora, perfino impertinente all’acuto); in programma una tra le più amabili Sonate del ‘gigione’ Poulenc, pagina di strepitosa bellezza, ricca di humour. Per finire, l’irresistibile brillantezza di Weber, vero ‘apostolo’ del clarinetto: strumento al quale destinò immortali pagine solistiche e in formazione cameristica.